Articolo tratto dal sito: www.nelcuoredelpaese.it
Laboratori di comunità, associazioni che collaborano con i comuni o che puntano sulla formazione online.
Quando si parla di welfare si pensa sempre alle proposte di sostegno e assistenza da parte dello Stato (pensioni, scuole, asili, sussidi vari come il reddito di cittadinanza, ecc.) o tutt’al più a quelle aziende “illuminate” che offrono ai loro dipendenti alcuni servizi come la palestra, i corsi di yoga, la mensa bio o convenzioni per le cure mediche.
Eppure tra il welfare statale e il welfare aziendale c’è un mondo che possiamo definire “intermedio” e che, spesso nascosto, emerge grazie ad attività singolari di comunicazione o perché, a un certo punto evolve nel cosiddetto “welfare di comunità”.
Tre parole con cui si definisce un modello collaborativo e partecipato che vede protagonisti i cittadini per l’appunto, insieme a enti e imprese, per affrontare il problema della conciliazione tra vita privata, famiglia e lavoro.
Ma non sempre le iniziative “dal basso” incontrano soggetti per così dire più “istituzionali”, spesso quello è il passo successivo ma non obbligato di un processo che magari inizia in modo spontaneo e che, solo in un secondo momento, incontra il sostegno che viene “dall’alto”.
I protagonisti del welfare dal basso: cittadini informati e attivi
Chi sono dunque i protagonisti di questo tipo di welfare? Gruppi informati di persone che, votati all’idea di una cittadinanza attiva, si propongono l’obiettivo di non starsene con le mani in mano, ma di aiutare in modo concreto il territorio e generare allo stesso tempo dei legami con chi lo abita. Sì, potremmo dire, non a torto, che tale tipo di sostegno rientra tra le iniziative della cosiddetta generatività.
“Gruppi informati di persone che si propongono l’obiettivo di aiutare in modo concreto il territorio”.
Quello che ne viene fuori sono dei servizi o delle iniziative, magari non particolarmente complesse, ma che partono da bisogni concreti e reali per dare vita a dei servizi gratuiti o a costo contenuto, a disposizione di tutti.
In Italia gli esempi di questo tipo di welfare sono diversi, legati al contesto in cui nascono ma che, spesso, grazie alla Rete e all’attenzione dei media, riescono a travalicare i confini e a essere anche dei “modelli”.